Il Pirata del ciclismo: 15 anni senza Marco Pantani
Il Pirata del ciclismo: 15 anni senza Marco Pantani.
Marco Pantani (Cesena, 13 gennaio 1970 – Rimini, 14 febbraio 2004) è stato un ciclista su strada italiano, con caratteristiche di scalatore puro. Professionista dal 1992 al 2003, considerato tra i più forti scalatori, ottenne in tutto 46 vittorie in carriera con i migliori risultati nelle corse a tappe, vincendo un Giro d’Italia, un Tour de France e la medaglia di bronzo ai mondiali in linea del 1995.Purtroppo, il 14 febbraio 2004, lo scalatore romagnolo fu trovato morto in un residence a Rimini.
Aveva 34 anni e nonostante inchieste e processi, ancora non sono chiare le dinamiche che hanno portato di uno dei più amati e talentuosi ciclisti di tutti i tempi.
Con oggi, sono passati 15 anni dalla morte di Marco Pantani, il cui corpo è stato trovato senza vita in una stanza del residence “Le Rose” di Rimini. Una morte che secondo l’autopsia è da attribuire a un’overdose di cocaina. Le inchieste hanno portato a un verdetto di Cassazione che nel 2017 ha stabilito come Pantani non sia stato ucciso ma abbia ingerito volontariamente la cocaina. La famiglia dello scalatore, non ha mai accettato questo verdetto, chiedendo a più riprese la riapertura del caso. La madre del Pirata la signora Tonina, sostiene da sempre che il figlio sia stato assassinato simulando un’overdose, probabilmente per farlo tacere riguardo a qualche scomodo segreto, forse legato al doping nel ciclismo e alla sua squalifica, al mondo delle scommesse truccate o a quello della droga, di cui sarebbe stato a conoscenza.
L’ascesa del Pirata
Cresciuto nelle strade della Romagna, sin da ragazzo mostra doti eccezionali sulle due ruote. Nel 1992 vince il Giro d’Italia dei dilettanti, ma la sua esplosione come ciclista professionista avvenne al Giro d’Italia del 1994, con le vittorie di tappa a Merano e dell’Aprica. Mentre era in piena preparazione al Giro d’Italia 1995, un incidente con un’automobile lo costrinse a puntare sul Tour de France. Nella corsa francese si ritrovò presto, anche a causa delle condizioni del ginocchio, ad avere un grosso ritardo dalla vetta della corsa. Al rientro vince due tappe al Tour, tra cui una indimenticabile all’Alpe d’Huez. Arriva anche sul podio ai mondiali in Colombia in autunno.
Nel 1997 si trasferì alla nuova Mercatone Uno, squadra patrocinata da Romano Cenni e costruita intorno al romagnolo per puntare ai grandi giri. Ma la sfortuna era ancora dietro l’angolo: al Giro d’Italia, il Pirata subì un nuovo incidente, in una tappa interlocutoria della corsa durante la discesa del valico di Chiunzi, a causa di un gatto che aveva attraversato la strada al passaggio del gruppo. Riuscì a concludere la tappa grazie ai compagni di squadra. Durante la visita in ospedale, scoprì di aver subito la lacerazione nelle fibre muscolari della coscia sinistra. Questa volta recuperò velocemente e ritornò in sella al Tour dello stesso anno, dove lottò a lungo per la maglia gialla e riportando altre due vittorie di tappa.
Il 1999 – 2003 gli anni del declino
Nel 1999 Pantani domina il Giro d’Italia, corre per la vittoria per il secondo anno di fila. Il 5 giugno però, a Madonna di Campiglio, un controllo medico rivela un tasso di ematocrito alto. Pantani viene sospeso ed escluso dalla corsa. La vicenda negli anni avrà numerose interpretazioni, fino alla tesi complottista secondo cui sarebbe stata la Camorra a falsare le analisi per un giro di scommesse clandestine. Il Pirata di fatto non si riprende da questo episodio ed entra in un tunnel di depressione e dipendenza da stupefacenti.
Ormai sempre più prostrato nel morale, partecipò al Giro d’Italia 2001 ma si ritirò prima della 19ª tappa. Al Tour de France invece la sua squadra non venne invitata. Cominciò ad allontanarsi dall’immagine del corridore professionista e tra sospetti e processi della giustizia sportiva, dove fu condannato e poi assolto. Pantani non riuscì più a trovare la serenità necessaria per tornare a correre. Da quel momento la sua carriera si può riassumere in pochi lampi di grandezza assoluta in mezzo al buio. Nel 2000 fa una tappa incredibile sull’Izoard al Giro, scortando il capitano Garzelli alla vittoria. E al Tour di quell’anno dà vita a un’epica battaglia con Lance Armstrong sul Mont Ventoux. Negli anni successivi Marco combatte coi suoi fantasmi, fino alla tragica fine del 2004.