Marketing esperienziale, l’ospite è il vero protagonista
Marketing esperienziale, chi è il vero protagonista? Il cliente al centro di un’esperienza
Quanto è importante il fattore esperienziale in un processo di vendita o fidelizzazione del cliente? Molto più di uno spot pubblicitario. Dietro al marketing esperienziale risiede infatti una filisofia precisa: occorre prima di tutto creare un’esperienza che leghi con forza il brand al consumatore. Complice sicuramente l’era digitale che punta a relazionarsi con un pubblico finale sia per coinvolgerlo in un’esperinza non solo motivante ma che lo porti a compiere determinate scelte, a prendere una strada piuttosto che un’altra. Sempre al centro di questa teoria sta la volontà di far leva in maniera forte sulla motivazione: il marketing esperienziale, infatti, crea l’opportunità di incuriosire e coinvolgere in consumatore, facendo leva sulla sfera sensoriale e su quella emotiva. Spettacoli, giochi ed eventi organizzati con un unico obiettivo, porre il consumatore o il cliente al centro di un’esperienza, renderlo protagonista , ispirarlo ed emozionarlo.
Solo una trovata di marketing? Assolutamente no, se leggiamo l’intento di queste azioni nella loro essenza ovvero arrivare direttamente al cuore del consumatore. Insomma, si tatta di ricreare tutte le sensazioni di un vero e proprio colpo di fulmine e suscitare emozioni reali.
Dunque, il marketing esperienziale fa vivere il brand al consumatore tramite un evento unico che lo leghi ad esso. Occorre, infatti, considerare che non sempre il cliente è guidato dalla razionalità nelle scelte (d’acquisto ma non solo) che compie. Anzi, molto spesso il fattore emotivo e le sensazioni che portano poi all’acquisto sono determinanti nella scelta. Quasta customer experience contemporanea crea connessioni one-to-one tra brand e cliente e potenzia l’engagement grazie alla personalizzazione dell’offerta e alle relazioni stimolate sul piano emozionale. L’impatto è potenzialmente molto più incisivo della classica comunicazione pubblicitaria così come potenzialmente infiniti sono gli spazi per la creatività del brand nel fornire un’interpretazione di marketing dell’esperienza che sia significativa e desiderabile per il suo pubblico.
Quindi, quali vantaggi porterebbe il marketing esperienziale?
Sicuramente fa parlare il brand in prima persona, creando intorno ad esso un’identità precisa, una connessioone emotiva e duratura nel tempo: l’utente che ha partecipato ad un evento o un’esperienza promossa dal brand ne parla e ne riferisce agli amici e sui social media positivamente. Inoltre si ha un potenzialmento del della brand affinity (il consumatore si sente vicino al marchio, e parte della sua “famiglia”) e permette di creare una relazione sicuramente più duratura.
L’Event Track Study del 2018 dell’Event Marketing Institute ha indicato che il 74% dei consumatori ha un’opinione più posotiva dei brand che offrono eventi di qualità ed esperienze significative e il 98% ha affermato di che partecipare ad eventidi marketing esperienziale li ha portati a sentirsi più connessi col brand e sulla stessa lunghezza d’onda. Infine il 72% degli intervistati ha affermato di aver acquistato o di essersi avvicinati ad un brand attraverso i social e il più evergreen “passaparola”.
Quali sono le tipologie di Marketing esperienziale?
Le declinazioni dell’experiental marketing sono infinite. Il brand potrebbe ospitare un evento estemporaneo in un centro commerciale o in una location nevralgica dove i clienti possono provare un prodotto, fare domande, conoscere meglio il marchio, diventare parte integrante della sua realtà.
Si possono creare esperienze di realtà aumentata connesse con i propri prodotti o con la filosofia che li ispira. Ci sono eventi esclusivi dove i clienti possono incontrare esperti, artisti, personaggi del mondo dello sport non necessariamente connessi al brand ma che ne incarnano la filosofia. Installazioni, inviti a una mostra, flashmob, open house, eventi incentive sono altre possibili tipologie di marketing esperienziale.